Come mi muove ciò che mi muove. Le emozioni queste sconosciute
Quando proviamo un’emozione siamo “mossi da” qualcosa che viene da dentro e che provoca dei cambiamenti in noi a livello espressivo, fisiologico, cognitivo e a livello dei nostri sentimenti.
A volte pensiamo o sentiamo parlare di emozioni “positive” ed emozioni “negative”, emozioni buone o emozioni cattive.
In particolare, sarebbero considerate cattive la rabbia, la paura, la vergogna, il dolore. Questo perché, nella nostra cultura, viene giudicato sconveniente provare e ancora di più esprimere queste emozioni.
In realtà tutte le emozioni sono neutre e la loro positività o negatività si riferisce piuttosto al nostro modo di usarle e quindi all’effetto che producono dentro di noi e fuori nell’ambiente.
Facciamo qualche esempio.
La rabbia:
può essere una furia cieca che avvelena la mia vita e che io riverso distruttivamente sugli altri con effetti negativi sia interni che esterni; oppure può essere una spinta a denunciare in modo assertivo e costruttivo ciò che non ritengo giusto e ad agire in modo deciso per trasformare le cose che non vanno.
La paura:
può essere una forza paralizzante che non mi permette di agire, di sperimentare, di rischiare; oppure può aiutarmi a ponderare le cose e a muovermi cautamente e realisticamente nella realtà per ottenere ciò che voglio senza incorrere in azioni avventate, inconcludenti o distruttive.
Per far si che le emozioni assumano toni costruttivi, dobbiamo essere disposti a conoscerle, ad accoglierle, ad accettarle e a dargli ascolto. In altre parole a non giudicarle e a non giudicare me nel momento in cui le provo.
Se siamo disposti a fare questo tutte le emozioni diventeranno nostre alleate e noi potremo trasformarle in forze che lavorano al nostro servizio.
Come si fa concretamente?
Tanto per iniziare, possiamo provare a pensare:
come mi sento quando provo una certa emozione? Come la utilizzo? Quali emozioni sono per me più familiari e quali meno conosciute? Cosa succede nel mio corpo quando provo una data emozione?
A partire da queste domande possiamo imparare a conoscere meglio il nostro modo di funzionare per poi decidere di approfondirlo, trasformarlo, esplorarlo e così via.
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